FAQ

METERLAB SRL • apr 23, 2021
  • A COSA SERVONO I CONTROLLI DELLA DOGANA?

    I controlli della Dogana sono finalizzati a regolamentare l’ingresso  di prodotti soggetti a restrizioni da parte del Governo di destino e la riscossione dei diritti doganali con la finalità di:


    Aumentare le entrate fiscali.


    Proteggere e/o incrementare la produzione locale di quel determinato prodotto.

  • CHE COS’È L’IVA?

    IVA significa Imposta sul Valore Aggiunto.


    Si tratta di un’imposta che si applica alle merci, beni, prodotti della natura e materie prime immesse in consumo in un determinato Stato membro dell’Unione Europea.

  • CHE COS’È LA DOGANA?

    La Dogana è un ente preposto al controllo delle merci in importazione ed esportazione, abilitato alla riscossione dei diritti doganali (Dazio e IVA).

  • CHE COS’È LA TARIFFA DOGANALE?

    La Tariffa Doganale è l’elenco di tutte le merci, dei beni, dei prodotti della natura e delle materie prime suddiviso in sezioni merceologiche contraddistinte da codici o “Voci Doganali”.


    ESEMPIO: 3926 1000 00 Altri lavori di materie plastiche, oggetti per l’ufficio e la scuola.


    Ciascuna “Voce Doganale” è composta da:


    – Descrizione merceologica (es.”lavori di plastica”)

    – Elenco delle restrizioni all’importazione ed all’esportazione

    – Elenco dei tributi e delle aliquote di applicazione

  • CHE COS’È UN’ISPEZIONE DOGANALE?

    L’ispezione doganale è l’azione attraverso cui i funzionari doganali verificano la corrispondenza della merce contenuta in una spedizione con i documenti che l’accompagnano e con la dichiarazione doganale presentata in dogana.


    L’ispezione può avvenire prima della dichiarazione doganale e viene normalmente decisa dall’ufficio SVAD (Servizio Vigilanza Antifrode Doganale) che controlla le spedizioni per prevenire le frodi fiscali/doganali, il contrabbando, l’ingresso di merci contraffatte.


    L’ispezione doganale vera e propria viene decisa dopo la presentazione della dichiarazione doganale con un sistema automatizzato chiamato Canale Verde. Durante l’ispezione può essere deciso il sequestro della merce.

  • L’ACCISA: CHE COS'È?
    • L’accisa è una tassa versata allo stato per la produzione e la vendita di beni di consumo. È un’imposta indiretta perché viene corrisposta direttamente al consumatore.

    • Il costo dell’accisa, a differenza di altre imposte, si calcola sulla quantità e non sul valore o prezzo del prodotto. Quindi più è grossa la quantità di prodotti realizzati o venduti più è alta l’imposta accisa da pagare.

    • Questa imposta incide su diversi beni: prodotti alcolici (vino, birra, superalcolici, ecc.), petrolio e suoi derivati destinati alla produzione di energia (benzina, gasolio, metano, butano, kerosene, ecc.) e sul tabacco e suoi derivati.
  • COSA LA DIFFERENZIA DALLE ALTRE IMPOSTE?

    Due sono gli elementi che distinguono l’accisa dalle altre (ad esempio dall’IVA):


    Incide sulla quantità del bene prodotto o venduto, e non sul suo valore

    Viene applicata in base ad aliquote differenti per ogni tipologia di bene

  • ALIQUOTE E ACCISE PER L'ENERGIA ELETTRICA

    Le aliquote sono delle percentuali grazie alle quali, partendo dalla base imponibile, viene calcolato l'ammontare del tributo. Sono applicabili esclusivamente nel momento in cui il tributo è variabile. Diversamente è possibile avere un'imposta fissa, determinata a priori per legge, la quale non è sottoposta a variazione. Le aliquote, nel settore energia elettrica, sono definite per le accise in maniera differenziata a seconda dei consumi, oltre a rientrare in una differenziazione tra ambito civile e industriale. Così viene determinata un'accisa che varia in base ai consumi (kWh consumati) e il suo valore dipende, quindi, dalla quantità di energia elettrica acquistata (o consumata), variando da utenza a utenza. L'energia è il settore che oggi viene sottoposto più di ogni altro al regime delle accise, le quali possono essere dipendenti anche dalla regione o dal comune di residenza, rientrando tra le principali voci di costo della bolletta.

  • PERCHÉ ESISTONO LE ACCISE SULL'ENERGIA ELETTRICA?

    Innanzitutto non bisogna confondere l'accisa con l'Iva: quest'ultima, pur essendo un'imposta, non rientra nelle accise, in quanto la prima dipende dal valore dei beni, mentre la seconda dalla quantità degli stessi. L'accisa in origine era chiamata tassa di fabbricazione e veniva trasferita al compratore nell'istante in cui egli acquistava il prodotto o il servizio. Con il tempo ha preso il nome di accisa, ma la sostanza non muta. Rappresenta una fonte di entrata per lo Stato, il quale si trova ad avere un introito in grado di contribuire alla copertura di determinate esigenze economico-finanziarie. In principio le accise erano unicamente pensate per petrolio e carburanti, ma con il trascorrere del tempo sono state estese anche all'intero settore dei servizi energetici e di consumo, arrivando a toccare anche la fornitura di energia elettrica. Le accise per l’energia elettrica sono segnalate sulla bolletta nella sezione relativa alle imposte. A volte sono elencate sotto voci di costo regionali o comunali.

  • COME LE ACCISE INFLUENZANO IL PREZZO DELL'ENERGIA ELETTRICA

    Le accise possono essere aggiornate in continuazione. Quindi non è detto che le accise per l'anno successivo siano le stesse di quelle dell'anno corrente. Non si parla certo di aumenti cospicui che vanno a influenzare il bilancio familiare, ma quando si guarda una bolletta è necessario considerare tale possibilità. L’incremento potrebbe influenzare in maniera più sensibile le grandi aziende, le quali possono arrivare a pagare anche 5 mila euro al mese. Per le abitazioni, l'accisa è fissata da Decreto Ministeriale del 31 dicembre 2011 in euro 0,0227 per ogni kWh consumato (vi sono delle agevolazioni per le abitazioni intestate a residenti che prevedono l'assenza di accisa qualora il consumo sia inferiore a 150 kWh al mese). In locali diversi dall'uso abitativo (quindi ad utilizzo commerciale o industriale), la situazione muta e il calcolo è più complesso. A stabilire gli importi sono le leggi del 2 febbraio 2012 e del 26 aprile 2012, le quali forniscono le seguenti indicazioni:


    Consumi mensili fino a 200 mila kWh: euro 0,0125 per kWh ogni consumato.

    Consumi mensili tra 200 mila e 1,2 milioni kWh: euro 0,0075 ogni kWh consumato.


    Consumi mensili superiori a 1,2 milioni di kWh: euro 0,0125 ogni kWh consumato fino a 200 mila, mentre per la restante parte un fisso di euro 4.820 euro al mese, indipendentemente dal consumo.


    La quarta cifra decimale rappresenta la fonte del guadagno dello Stato. Ad esempio, anche 0,002 euro, se moltiplicati per i diversi milioni di kWh consumati dalle utenze, possono contribuire a far entrare nelle casse dello Stato ingenti cifre.

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